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Ecco perché non sarai mai un fotografo

Articolo originale di Angelo Ferrillo

La risposta non è da cercare nella battaglia tra professionisti e fotoamatori, anche perché oggi come oggi perdersi dietro questa faida fittizia, che come sempre sfocia in un’unica risposta, alla fine non da risposte. Una Partita Iva non fa di te un fotografo. Una volta poteva averne, oggi proprio no.
In realtà, le categorie sono due: i fotografi e quelli che scattano fotografie.

Senza andarci ad impelagare nella differenza tra fotografia ed immagine, che già più volte è stata affrontata e ancora oggi, chi non ne ha recepito la differenza, continua a chiamarle fotografie. Ecco, questo è il punto di partenza, il primo motivo, per cui non sarai mai un fotografo.
L’importante è essere coscienti di far parte di una categoria e non dell’altra.

Le cose possono cambiare, solo se lo vuoi e solo se viene fuori da una cascata di luoghi comuni nei quali probabilmente anche tu non credi veramente, ma qualcuno te li ha detti e tanti altri “non fotografi” la pensano come te, quindi diventa una verità. Nulla di più sbagliato.

Non sarai mai un fotografo se per te la tecnica non è importante, anche se a volte ti rifugi in regole dei terzi e sezioni auree difendendo a spada tratta l’orizzonte dritto. La tecnica alla fine si riduce in tre piccoli (ma fondamentali) elementi che fanno la fotografia veramente buona. E sono quei tre elementi che ti danno la possibilità di vedere la luce (e quindi poter continuare a vantarti di sapere che Fotografia significa “scrivere con la luce”).

Non sarai mai un fotografo se non sai comporre, ma allo stesso tempo non ti lasci andare alla lettura di una composizione che apparentemente è sbagliata ed invece contiene tanti elementi che non hai mai voluto conoscere e che ti farebbero ricredere su molte immagini.

Non sarai mai un fotografo se ogni volta che guardi un’immagine che non ti piace, anche se “buona” (ma non sai riconoscerla), sei sempre li a cercare un messaggio che non ti arriva e quindi c’è qualcosa alla base di sbagliato.

Non sarai mai un fotografo fino quando non ti renderai conto che le immagini non sempre hanno una struttura complessa alle spalle e non sempre qualcuno vuole dirti qualcosa. Magari vuole solo fartela vedere.

Non sarai mai un fotografo se la banalità di quello che realizzi non supererà mai gli ostacoli della conoscenza e continuerai a generare le stesse immagini le quali a loro volta generano altri N milioni di mancati fotografi.

Non sarai mai un fotografo se apprezzando (o valutando) un’immagine altrui ti destreggi muovendoti come un boa utilizzando nella stessa frase le parole “geometrie” e “messaggio” con la maestria di un incantatore di serpenti. Anche se non hai mai accarezzato nemmeno una lucertola da piccoli.

Non sarai mai un fotografo se l’approccio alla visione delle immagini altrui continuerà a basarsi su di un “io l’avrei fatta così” ponendoti quindi in maniera unilaterale (ma nel verso sbagliato) nei confronti di un’immagine realizzata in un certo modo da una certa persona che non l’ha fatta proprio come l’avresti fatta tu.

Non sarai mai un fotografo se entrando nel mondo della fotografia cercherai sempre a tutti i costi di essere diverso anche (e soprattutto) dai grandi autori, vedendolo come una mera copia e non come un insegnamento. Conoscendone tra l’altro veramente pochi, troppo pochi, da non sapere che in realtà quel qualcosa che cerchi di evitare di ripetere è stato comunque già realizzato altrove, da un fotografo.

Non sarai mai un fotografo se ti limiterai solo a trovare interessati le fotografie realizzate dai grandi autori, evitando di vedere la piccola esposizione del non autore, che proprio sotto casa tua sta nascendo e diventando un fotografo.

Non sarai mai un fotografo fino a quando l’attrezzatura sarà indispensabile al punto da limitarti non cercando di superare i suoi di limiti. Perché un’immagine non la fa l’attrezzatura.

Non sarai mai un fotografo fin quando farai differenza tra analogico e digitale credendo che la tecnologia ha messo da parte a poesia che può trasmettere la grana di una stampa che di poetico ha solo il tempo latente.

Non sarai mai un fotografo se la tua scelta sull’utilizzo del bianco e nero o del colore sarà fatta dopo e non prima aver realizzato lo scatto. Le immagini si pensano prima, non dopo.

Ora sta a te decidere se vorrai diventare un fotografo, facendo un piccolo sforzo, oppure vorrai rimanere un individuo che realizza immagini.

[Questo articolo non è rivolto a nessuno, oppure a tutti. In primis forse proprio a me]

Rimozione dei kernel obsoleti

Con i vari aggiornamenti del sistema succede che i pacchetti kernel si accumulano occupando così spazio su disco, oltre ad un vistoso incremento delle voci che Grub visualizza al boot.

Per una rapida rimozione “al volo” è sufficiente digitare a riga di comando:

$ sudo apt-get remove --purge $(dpkg -l 'linux-image-*' | sed '/^ii/!d;/'"$(uname -r | sed "s/\(.*\)-\([^0-9]\+\)/\1/")"'/d;s/^[^ ]* [^ ]* \([^ ]*\).*/\1/;/[0-9]/!d')

Il comando rimuoverà tutti i pacchetti dei kernel tranne quello correntemente in uso. Assicurarsi quindi di aver avviato il sistema con l’ultima versione disponibile prima di eseguire il comando.

Fonte: Ask Ubuntu – How do I remove or hide old kernel versions to clean up the boot menu?