Estrarre gli indirizzi e-mail da un file di testo

Per estrarre tutti gli indirizzi email contenuti in un file di testo (ad esempio un messaggio email con tutte le intestazioni) è sufficiente l’utilizzo di grep e di altri tool da shell:

$ grep -o '[[:alnum:]+\.\_\-]*@[[:alnum:]+\.\_\-]*' EMAIL_SAMPLES.TXT | sort | uniq -i

Vediamo in dettaglio come funziona questa pipe:

  • grep -o scansiona il file di testo indicato e stampa tutte le stringhe che corrispondo ai criteri specificati dall’espressione regolare;
  • '[[:alnum:]+\.\_\-]*@[[:alnum:]+\.\_\-]*' è un’espressione regolare che identifica un indirizzo email;
  • sort ordina i risultati ottenuti da grep;
  • uniq -i filtra i risultati in modo che ciascun indirizzo appaia una sola volta.

E’ anche possibile inglobare questo comando in uno shell script:

#!/usr/bin/env bash
if [ -f "$1" ]; then
    grep -o '[[:alnum:]+\.\_\-]*@[[:alnum:]+\.\_\-]*' "$1" | sort | uniq -i
else
    echo "Expected a file at $1, but it doesn't   exist." >&2
    exit 1
fi

e richiamarlo dal prompt passandogli come parametro il nostro file da analizzare:

$ script.sh EMAIL_SAMPLES.TXT

 

Correggere l’orologio di Windows in dual-boot con OS X o Linux

Nei sistemi in cui Windows convive con OS X o Linux (in dual-boot o tramite Boot Camp) può capitare che l’orologio segnali l’ora sbagliata ogni volta che si riavvia il sistema in Windows.

Questo avviene perché OS X e Linux usano il GMT per l’orologio di sistema, mentre Windows cerca sempre di risincronizzarlo in base al fuso orario corrente.

I driver più recenti di Boot Camp o del sistema di virtualizzazione dovrebbero già ovviare a questo inconveniente, ma se ci imbattiamo in questo inconveniente, possiamo provare a forzare Windows in modo che anche lui consideri l’ora riportata dall’orologio come GMT.

Per farlo occorre avviare il programma regedit.exe, quindi aprire la seguente chiave di registro: HKEY_LOCAL_MACHINE\SYSTEM\CurrentControlSet\Control\TimeZoneInformation. Cliccare con il tasto destro su un qualunque punto del pannello destro e dal menù contestuale selezionare Nuovo > DWORD (32-bit) Value. Rinominarle la chiave appena creata in RealTimeIsUniversal, quindi doppio-click su di essa e impostare il valore 1.

Adesso riavviare il sistema in OS X (per correggere l’ora di sistema), poi di nuovo in Windows. Adesso l’orologio dovrebbe mostrare l’ora corretta.

Trovare tutti i file che contengono una stringa di testo

Da shell eseguire il comando:

$ grep -rnw 'directory' -e "pattern"

-r o -R esegue una ricerca in tutte le sottocartelle (ricerca recursive), -n mostra il numero di linea and -w ricerca la parola intera. Se si aggiunge -l (lettera L) verrà mostrato solo il nome del file.

Oltre a questi è possibile utilizzare i parametri --exclude--include per effettuare una ricerca più mirata:

$ grep --include=\*.{c,h} -rnw 'directory' -e "pattern"

Il comando ricerca la stringa pattern solo nei file che hanno estensione .c o .h. Allo stesso modo il parametro --exclude:

$ grep --exclude=*.o -rnw 'directory' -e "pattern"

esclude dalla ricerca i file che terminano con l’estensione .o.

Anziché file è possibile include o escludere intere directory attraverso i parametri --exclude-dir--include-dir, come nell’esempio:

$ grep --exclude-dir={dir1,dir2,*.dst} -rnw 'directory' -e "pattern"

Per ulteriori opzioni è possibile consultare il manuale di grep:

$ man grep

Ecco perché non sarai mai un fotografo

Articolo originale di Angelo Ferrillo

La risposta non è da cercare nella battaglia tra professionisti e fotoamatori, anche perché oggi come oggi perdersi dietro questa faida fittizia, che come sempre sfocia in un’unica risposta, alla fine non da risposte. Una Partita Iva non fa di te un fotografo. Una volta poteva averne, oggi proprio no.
In realtà, le categorie sono due: i fotografi e quelli che scattano fotografie.

Senza andarci ad impelagare nella differenza tra fotografia ed immagine, che già più volte è stata affrontata e ancora oggi, chi non ne ha recepito la differenza, continua a chiamarle fotografie. Ecco, questo è il punto di partenza, il primo motivo, per cui non sarai mai un fotografo.
L’importante è essere coscienti di far parte di una categoria e non dell’altra.

Le cose possono cambiare, solo se lo vuoi e solo se viene fuori da una cascata di luoghi comuni nei quali probabilmente anche tu non credi veramente, ma qualcuno te li ha detti e tanti altri “non fotografi” la pensano come te, quindi diventa una verità. Nulla di più sbagliato.

Non sarai mai un fotografo se per te la tecnica non è importante, anche se a volte ti rifugi in regole dei terzi e sezioni auree difendendo a spada tratta l’orizzonte dritto. La tecnica alla fine si riduce in tre piccoli (ma fondamentali) elementi che fanno la fotografia veramente buona. E sono quei tre elementi che ti danno la possibilità di vedere la luce (e quindi poter continuare a vantarti di sapere che Fotografia significa “scrivere con la luce”).

Non sarai mai un fotografo se non sai comporre, ma allo stesso tempo non ti lasci andare alla lettura di una composizione che apparentemente è sbagliata ed invece contiene tanti elementi che non hai mai voluto conoscere e che ti farebbero ricredere su molte immagini.

Non sarai mai un fotografo se ogni volta che guardi un’immagine che non ti piace, anche se “buona” (ma non sai riconoscerla), sei sempre li a cercare un messaggio che non ti arriva e quindi c’è qualcosa alla base di sbagliato.

Non sarai mai un fotografo fino quando non ti renderai conto che le immagini non sempre hanno una struttura complessa alle spalle e non sempre qualcuno vuole dirti qualcosa. Magari vuole solo fartela vedere.

Non sarai mai un fotografo se la banalità di quello che realizzi non supererà mai gli ostacoli della conoscenza e continuerai a generare le stesse immagini le quali a loro volta generano altri N milioni di mancati fotografi.

Non sarai mai un fotografo se apprezzando (o valutando) un’immagine altrui ti destreggi muovendoti come un boa utilizzando nella stessa frase le parole “geometrie” e “messaggio” con la maestria di un incantatore di serpenti. Anche se non hai mai accarezzato nemmeno una lucertola da piccoli.

Non sarai mai un fotografo se l’approccio alla visione delle immagini altrui continuerà a basarsi su di un “io l’avrei fatta così” ponendoti quindi in maniera unilaterale (ma nel verso sbagliato) nei confronti di un’immagine realizzata in un certo modo da una certa persona che non l’ha fatta proprio come l’avresti fatta tu.

Non sarai mai un fotografo se entrando nel mondo della fotografia cercherai sempre a tutti i costi di essere diverso anche (e soprattutto) dai grandi autori, vedendolo come una mera copia e non come un insegnamento. Conoscendone tra l’altro veramente pochi, troppo pochi, da non sapere che in realtà quel qualcosa che cerchi di evitare di ripetere è stato comunque già realizzato altrove, da un fotografo.

Non sarai mai un fotografo se ti limiterai solo a trovare interessati le fotografie realizzate dai grandi autori, evitando di vedere la piccola esposizione del non autore, che proprio sotto casa tua sta nascendo e diventando un fotografo.

Non sarai mai un fotografo fino a quando l’attrezzatura sarà indispensabile al punto da limitarti non cercando di superare i suoi di limiti. Perché un’immagine non la fa l’attrezzatura.

Non sarai mai un fotografo fin quando farai differenza tra analogico e digitale credendo che la tecnologia ha messo da parte a poesia che può trasmettere la grana di una stampa che di poetico ha solo il tempo latente.

Non sarai mai un fotografo se la tua scelta sull’utilizzo del bianco e nero o del colore sarà fatta dopo e non prima aver realizzato lo scatto. Le immagini si pensano prima, non dopo.

Ora sta a te decidere se vorrai diventare un fotografo, facendo un piccolo sforzo, oppure vorrai rimanere un individuo che realizza immagini.

[Questo articolo non è rivolto a nessuno, oppure a tutti. In primis forse proprio a me]